Lo Stato di diritto by Roberto Bin

Lo Stato di diritto by Roberto Bin

autore:Roberto, Bin [Bin, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Diritto, Farsi un'idea
ISBN: 9788815332790
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00


Tanto più cresce la complessità dei compiti che gli apparati pubblici devono affrontare, tanto più è necessario trovare forme di elaborazione delle politiche pubbliche che siano capaci di coinvolgere i soggetti interessati: le regole della separazione dei poteri diventano quasi un ostacolo, non una soluzione organizzativa adeguata alle esigenze del processo decisionale; il loro rispetto perciò è spesso visto come un fastidioso adempimento formale, che si cerca di «saltare» se possibile. Prevalgono accordi, intese, protocolli, tutta una serie di atti che segnano l’incontro di volontà di soggetti diversi (amministrazioni statali, regioni, enti locali, imprese private ecc.) che si collocano su un piano contrattuale e perciò paritario: essi formano (ecco un altro neologismo fortunato) il c.d. soft law, diritto che è «morbido» soprattutto perché è ben poco «diritto». Dove sono finite la sacralità della legge, la sua supremazia sull’amministrazione, l’autorità del provvedimento amministrativo, la formalità delle procedure decisionali, la separazione tra diritto e politica e tra interesse pubblico e interesse privato?

Proprio qui sta il problema. Lo Stato di diritto vuole che siano le leggi, non gli uomini, a governarci; la divisione dei poteri e il principio di legalità questo devono garantire. La funzione che svolgono nel sistema il Parlamento e il suo prodotto, la legge, è carica di valore. Quando la Costituzione impone all’amministrazione pubblica e ai giudici di operare in base alla legge, o quando riserva alla «legge» le decisioni più importanti (le limitazioni delle libertà individuali o l’autorizzazione dei trattati internazionali, per esempio), lo fa perché la legge e il suo procedimento di formazione garantiscono quel valore. C’è una grande differenza tra il modo in cui decide il Parlamento e il modo in cui decide il governo. Il procedimento legislativo (come in generale i procedimenti parlamentari) è dominato dal principio di pubblicità, anche perché solo la pubblicità può rendere efficace la partecipazione delle opposizioni alle decisioni; il procedimento decisionale del governo è invece caratterizzato dalla riservatezza, e ciò perché il governo è (o dovrebbe essere) politicamente compatto. La pubblicità e la trasparenza del dibattito, la partecipazione dell’opposizione alla decisione, l’eco nei mass media e nell’opinione pubblica, segnano la differenza e giustificano il maggior valore del procedimento parlamentare.

I teorici della democrazia deliberativa, che oggi hanno molto séguito nella cultura occidentale, proprio questo sottolineano, che la democrazia non si risolve nella regola della maggioranza, per cui chi ha più voti decide (ben rozza visione della democrazia, che purtroppo ha un certo credito presso alcuni politici italiani), ma nel processo di discussione pubblica che porta alla decisione finale (to deliberate ha mantenuto in inglese il significato di accurata riflessione e approfondita discussione che «deliberare» ha un po’ smarrito nell’italiano corrente). Ecco perché la governance europea è un tentativo di ovviare al c.d. deficit democratico delle istituzioni comunitarie: vuole coinvolgere istituzioni e interessi organizzati nel processo deliberativo, colmando gli spazi lasciati vuoti da un ruolo necessariamente limitato del Parlamento europeo e dei classici meccanismi di rappresentanza popolare. Ma il Libro bianco si affretta subito a precisare che la governance non può prescindere dal



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